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La Scuola di Teatro che vanta innumerevoli tentativi d'imitazione!

Vita di classe

Storie, voci e paesaggi dall’universo a cura di Lisa Ferlazzo Natoli

Storie, voci e paesaggi dall’universo a cura di Lisa Ferlazzo Natoli

Ad un buon programma di studi, di un’accademia triennale per la formazione dell’attore e del regista, sono necessarie sia collaborazioni ed esperienze consolidate nel tempo, sia nuove collaborazioni portatrici di nuove energie e diversi punti di vista.

Il sodalizio con Lisa Ferlazzo Natoli fa parte delle collaborazioni consolidate nel tempo

Alla base di questo sodalizio professionale e umano c’è una visione comune del ruolo dell’attore, un ruolo più complesso e autoriale di quanto si pensi, e che spesso i giovani che si avvicinano a questa professione non immaginano.

In questo seminario intensivo Lisa lavorerà su tre diversi livelli

a prescindere dalla ‘forma’ narrativa’ scelta: il lavoro dell’attore è una forma stratificata e asimmetrica di scrittura, dove è anche l’attore a doversi caricare la questione più importante: ‘cosa richiede un testo? come agisce? cosa nasconde e costruisce?’. Che siano personaggi ‘tradizionali’, figure o persone quelle che il dispositivo teatrale – inteso come scrittura, mondo, tessitura – disegna e desidera, questa è la prima questione.

Nei giorni del seminario si lavorerà ‘per strati’ su 3 livelli:
Il rapporto con l’amplificazione in generale, con il microfono così che da fatto tecnico diventi ‘partner’, estensione della propria voce e relazione dinamica con le altre voci e narrazioni. Il rapporto con la partitura musicale in inter-play sia essa registrata o live, come ambiente, altro personaggio o architettura complessa.

Il lavoro sul racconto e il linguaggio particolare che mette in campo…. la definizione dei personaggi, attraverso il linguaggio stesso e infine il lavoro, per quanto in lettura, sul piano relazionale tra le figure e tra il narratore e i personaggi…

Il lavoro sul concertato a più voci, a più personaggi, come ascolto, relazione e filigrana di voce, corpo e sguardi che moltiplichino la narrazione anche con azioni – sonore e fisiche – minuscole e puntuali; lavoro d’improvvisazioni sonore, ‘quasi’ cantate’, che vadano a sommarsi al alla partitura musicale già strutturata e alla narrazione.