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Vita di classe

Incendi di Mouawad Wajd diretto da Pierpaolo Sepe

Prova Aperta del Secondo Anno: Incendi di Wajdi Mouawad diretto da Pierpaolo Sepe

Si conclude il secondo anno del triennio accademico 21/24. Gli allievi hanno lavorato su di una riduzione del testo Incendi di Wajdi Mouawad diretti da Pierpaolo Sepe.

Lo stesso docente di recitazione racconta la scelta del testo:

Il teatro racconta il suo tempo.
E’ questo il suo compito.
Intercettare le dinamiche, le pressioni e le istanze dei giorni che abita e raccontarle indossandole.
Il nostro è un tempo di guerra.
Non soltanto una guerra combattuta con le armi ma, soprattutto, una guerra tra ricchi e poveri.
Siamo in un tempo in cui la dittatura dei ricchi impone criteri e dinamiche, abbandonando al proprio destino chi non ce la fa.
E l’arte, è una delle vittime sacrificali di questo tempo ingiusto, retrocedendo a marginalità e intrattenimento.
L’arte è l’antidoto, la radice stessa del nostro esistere, la possibilità concessa di bellezza e di armonia.
Era per me decisivo, incontrandomi con gruppo di allievi del II anno per un periodo di tre mesi, aver modo di ragionare su questi temi e costringerci tutti, me in testa, a costruire consapevolezza e capacità analitica.
D’accordo con la Direzione didattica della scuola, ho scelto di lavorare sul testo di Wajdi Mouawad “INCENDI”.
Si racconta del Libano, di una guerra che lo devasta.
Si racconta di una donna, di un destino al quale non vuole sottostare.
Della sua ribellione, della sua feroce determinazione e del suo coraggio, capace di sfidare convinzioni miserabili ammantate di una incomprensibile religiosità, dell’ignoranza assassina che costringe le donne a perpetua mortificazione e subalternità.
Ma ciò che più di tutto mi ha convinto a studiare INCENDI, assieme a questo fantastico gruppo di allievi attori, è stata la disperata richiesta di pace che, poco alla volta, si strada nella vicenda, la necessità di interrompere la spirale di odio che ci muove e l’auspicio di ritrovarci, di guardarci negli e di riconoscerci, tutti, come fratelli, sorelle, figlie, figli, genitori, nello stesso mondo, nello stesso tempo, e sorriderci e abbracciarci forte.
Siamo tutti responsabili del tempo in cui viviamo.
Siamo il bello e il brutto.
Tutti.
Anche il teatro lo è.

Pierpaolo Sepe