fbpx
La Scuola di Teatro che vanta innumerevoli tentativi d'imitazione!

Vita di classe

Lezione di Feldenkrais

Gli allievi attori del Corso Avanzato hanno iniziato a fare le lezioni di Feldenkrais online con il docente Marco Vallarino.

Il Feldenkrais e il Teatro

“Il metodo Feldenkrais® ha avuto fin dalle sue origini una stretta relazione con gli ambienti delle arti performative, dalla musica al teatro: lo stesso Moshé Feldenkrais, lo scienziato ed esperto di arti marziali ideatore di questo peculiare sistema di educazione neuro-motoria, ho avuto tra i suoi allievi alcuni degli attori che si erano formati e avevano lavorato con Costantin Stanislavsckji.
Molti dei suoi allievi, fin dall’inizio dello sviluppo del metodo, erano appunto attori, musicisti, danzatori, cantanti..

Per non dire che anche Peter Brook ha inserito e sperimentato con successo il Feldenkrais nel training praticato dai suoi attori.
Certamente non è stato il solo e negli anni molti altri artisti di teatro, musica e danza hanno integrato il Feldenkrais® nella loro pratica.
Oggi il metodo Feldenkrais® è inserito nei programmi di molte delle scuole e accademie teatrali in tutto il mondo ed anche nel nostro paese sono ormai diversi i centri di formazione teatrale che lo propongono tra i loro insegnamenti.

Ma che cos’è questo particolare quanto originale metodo?
Volendone dare una definizione, ogni praticante – che sia insegnate o allievo – incontra non poche difficoltà a descrivere in poche e semplici parole di cosa si tratti. Possiamo tentare di definire il Feldenkrais® come un metodo di educazione ed auto-educazione nel quale il movimento è utilizzato allo stresso tempo come mezzo e come fine: come mezzo perché è una chiave concreta per accedere e dialogare con il complesso sistema organico che è l’essere umano, come fine perché di fatto con la pratica del metodo si riorganizza e si migliora la funzionalità motoria e quindi il movimento stesso. Un circolo virtuoso.

In altre parole attraverso il movimento si può dialogare con il sistema nervoso e con il cervello stesso per interagire con l’organizzazione motoria allo scopo migliorarla. E’ un metodo che ben si inserisce nel campo dell’apprendimento, i pratica si impara ad imparare.
Nelle lezioni collettive – meglio definite come lezioni di Consapevolezza Attraverso il Movimento® o CAM® – gli allievi sono messi nella condizione di esplorare e riscoprire il modo in cui attuano i loro stessi movimenti, dai più semplici ai più complessi, seguendo tuttavia il percorso indicato dall’insegnante che si basa su specifiche e peculiari modalità di esplorazione ideate e sviluppate da Mosè Feldenkrais, il quale ha lasciato un corpus incredibilmente vasto di lezioni trattando pressoché ogni possibile schema o funzione motoria umana.

I movimenti vengono esplorati in modo comodo, mai forzato, invitando gli allievi ad ascoltarsi in profondità, ad osservare e riconoscere cosa avviene in loro durante il movimento non solo a livello motorio ma che sensoriale, cognitivo ed emotivo.
Ogni azione motoria vede l’intera persona coinvolta in ogni suo aspetto, sempre – questo è uno dei cardini del pensiero di Feldenkrais – e quando si modifica uno di questi componenti si modificano di conseguenza anche gli altri, essendovi tra essi una relazione inscindibile.

“Se sai ciò che fai, puoi fare ciò che vuoi” è una delle frasi attribuite a Moshé e spesso citate dagli insegnati durante le lezioni che, pur nella sua apparenza di facile motto, contiene una semplice e onnipresente verità: più sappiamo cosa realmente stiamo facendo – ad esempio come realizziamo un semplice rotazione della testa per guardarci intorno o come ci flettiamo in avanti per raccogliere qualcosa – più avremo possibilità di migliorarlo, di modificarlo o cambiarlo del tutto.

E’ importante, se non addirittura essenziale, precisare che questo sapere non riguarda solo l’aspetto motorio: riconoscere come realmente attuiamo i nostri movimenti, come ci relazioniamo a noi stessi mentre compiamo questa o quell’azione motoria percependo in ogni dettaglio come organizziamo il nostro corpo e il nostro pensiero di volta in volta, cogliendo ogni sensazione e sentimento presente, porta ad una consapevolezza che trascende il movimento stesso espandendosi nella totalità della persona.

Da questo si può facilmente comprendere come il Metodo Feldenkrais abbia trovato un terreno fertile proprio nel teatro e in particolare nel training e nella formazione degli attori: sviluppare una buona e funzionale consapevolezza di sé e di come funzioni l’essere umano in genere è uno degli aspetti fondamentali nella preparazione di un attore ed il Feldenkrais® certamente si rivela per questo uno strumento particolarmente efficace permettendo di sviluppare non solo una più consapevole funzionalità motoria, un senso più raffinato del movimento ed una migliore coordinazione e precisione nel gesto – tutte qualità importantissime per gli attori – ma anche portando chi lo pratica ad espandere la consapevolezza di sé e raggiungere una più profonda integrazione tra movimento, sensazione, pensiero e emozione.

Oltre alla tecnica di gruppo, c’è da aggiungere che il metodo ha un’altra modalità d’insegnamento individuale altrettanto importante ed efficace, l’Integrazione Funzionale® o IF®, nella quale l’insegnante interagisce con l’allievo e con il suo sistema nervoso attraverso il tocco delicato e mai invasivo delle mani, guidandolo nell’esplorazione dello schema motorio scelto come tema della sessione: a ogni stimolo proposto dal tocco l’allievo reagirà con delle risposte motorie che portarono ad un nuovo stimolo in uno scambio dialettico tra i due sistemi nervosi, dove quello dell’insegnate guida quello dell’allievo a trovare vie sempre più comode, più efficaci e più funzionali per organizzare i propri movimenti.

Il Metodo Feldenkrais® oggi si sta diffondendo sempre più e le sue applicazioni vanno dall’educazione motoria al teatro e alle arti performative come la danza, la musica e il canto, dalla rieducazione posturale allo sport ed al benessere psicofisico, quest’ultimo in effetti è sempre l’obiettivo principe del metodo.”

di Marco Vallarino – Riproduzione riservata