Progetto Black – Emiliano Masala e Caterina Carpio
Intervista a Emiliano Masala e Caterina Carpio, vincitori del premio UBU come migliore Attore nel 2008 e migliore Attrice nel 2013, in occasione del progetto di recitazione con gli allievi del terzo anno dell’Accademia di Teatro Centro Internazionale La Cometa di Roma (Triennio Accademico 2018-2021)
“Progetto Black” le tre fasi di lavoro:
L’opera principale da cui trae origine il lavoro è il Macbeth di Shakespeare.
…Il percorso di lavoro proposto si sviluppa in tre fasi accomunate da un medesimo tema, che, per questa sessione, abbiamo individuato nel “nero”. Nero inteso come lato oscuro, come profondità dell’anima, come perdita del sé, come caduta, come irrazionalità ma anche progettualità al limite dell’indicibile…
La prima fase: Il Lavoro fisico.
Si sono individuate le qualità di movimento specifiche di ognuno degli allievi attori per poi imparare a riconoscere quelle più lontane da loro. Questo lento e minuzioso studio è avvenuto attraverso la costruzione di “figure” (streghe, Macbeth e lady Macbeth) che prevedono un corpo extra-quotidiano, assolutamente non realistico. Un corpo che attraversa le qualità della velocità, della forza, della direzione, del flusso e tenta di ampliare il più possibile la sua gamma di possibilità. Un corpo presente, in relazione, un corpo che diventa “scenico”, che si lascia attraversare e diventa tramite per la parola…
Con questo primo studio ci si è avvicinati alla materia prescelta, “il nero”, creando figure che rimandano all’“ambiente” suggerito dall’opera.
La seconda fase: Analisi delle scene, riscrittura e messa in scena.
Gli allievi dopo aver letto interamente l’opera, hanno ricevuto il compito di riscrivere e portare sul palco, a modo loro, la scena tra Macbeth e Lady Macbeth. Hanno invertito i ruoli, trasformato le scene in monologhi, hanno dato libero spazio alla loro creatività, che li ha visti autori e attori delle loro proposte. Hanno diretto i propri compagni assumendo così anche il ruolo del regista.
La terza e ultima fase: il lavoro a tavolino.
Il copione è diventato una vera e propria mappa strutturale ed emotiva in cui mettersi alla prova senza prescindere da un corpo presente e vivo.
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