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La Scuola di Teatro che vanta innumerevoli tentativi d'imitazione!

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La compagnia Open-Box

Come nasce e perché nasce la compagnia open-box?

La compagnia Open-Box è composta da sei attori diplomati al Centro Internazionale La Cometa di Roma nel luglio 2021.
Della compagnia fanno parte Clara Addari, Daniele Castoria, Edoardo D’Antonio, Benedetta Margheriti, Pietro Scarnati e Veronica Toscanelli.
È una compagnia che nasce dal bisogno di proseguire la ricerca artistica iniziata in Accademia approfondendo così la più significativa eredità della scuola: quella di avere una modalità di lavoro in comune, essere al contempo regista e attore così da mettere insieme punti di vista differenti, e portare dentro al lavoro esperienze individuali che possano arricchire il gruppo.

Come nasce “ Noi – studio per uno Stato Ultimo” ? 

Con questo primo studio, la compagnia ha partecipato alla prima fase di selezione della Biennale College Teatro Under 35 dell’anno 2021/2022.
Adesso sta partecipando alla selezione per altri importanti festival.
Il progetto nasce da uno studio sul romanzo “Noi” di Evgenij Ivanovič Zamjatin.
Zamjatin racconta uno Stato Unico (nel progetto “Stato Ultimo”) chiuso all’interno di una cupola di vetro che rinnega la natura, i cui abitanti sono individuati non tramite dei nomi, ma attraverso codici alfanumerici. La loro quotidianità, i rapporti sessuali, il lavoro, l’arte sono organizzati algebricamente: la felicità è matematica.
Colui che sembra il cittadino perfetto all’interno dello Stato Unico, che aderisce perfettamente ai dettami di esso, il protagonista D-503, va incontro a qualcosa che l’algoritmo non aveva calcolato: l’amore. L’innamoramento è una passione non spiegabile che porta a dubbi, sofferenze, pensieri di morte e suicidio, ma inevitabilmente alla vita. La storia è narrata attraverso il diario di D-503, il costruttore dell’astronave con cui lo Stato Unico vuole esportare la sistematizzazione della felicità su altri pianeti.

Noi - studio per uno Stato Ultimo

Qual’è stato il vostro approccio alla messa in scena?

In questo studio si alternano due modalità di narrazione: il racconto che il protagonista D-503 fa delle sue esperienze all’interno di questo stravagante mondo distopico e le comunicazioni ufficiali dello Stato Ultimo che si inseriscono all’interno della vita del protagonista.

La scenografia e i costumi sono ispirati al video del ‘73 dei Superstudio “Cerimonia”, gruppo di architetti esponenti dell’architettura radicale, unendo agli elementi naturali, elementi futuristici per dare vita ai personaggi dello Stato Ultimo.

Per una rappresentazione futura, per amplificare la visione distopica dello Stato Ultimo, sarà anche preso d’ispirazione l’effetto delle Infinity Rooms di Yayoi Kusama.

La ricerca sonora e musicale attinge a vari contesti. L’intenzione è quella di creare un ambiente sonoro in cui il futuro, non è una fantasia distopica ma un vicino presente inquietante.

Che ruoli avete all’interno di questo progetto?

In questo studio la regia viene curata da Clara Addari, Daniele Castoria, Edoardo D’Antonio e Benedetta Margheriti, al contempo anche interpreti del testo.
Pietro Scarnati si occupa della ricerca e della composizione musicale e Veronica Toscanelli dell’aiuto regia, delle luci e dell’organizzazione.