
Questa sera si recita a soggetto
Nel primo trimestre di questo secondo anno abbiamo lavorato con gli allievi della Scuola di Teatro Centro Internazionale La Cometa su Questa sera si recita a soggetto di Luigi Pirandello.
La mole e la complessità, anche concettuale, dell’opera hanno messo gli allievi, e me, davanti ad una sfida veramente seria.
Accettarla, però, ha permesso di affrontare diversi nodi fondamentali del lavoro dell’attore in scena.
Ha permesso, inoltre, di aprirci ad una maturazione su una serie di temi, tra i quali centrali sono quello del rapporto tra immaginario e realtà della vita e quello del suo riflesso teatrale, e cioè il rapporto tra processualità dell’agire scenico e pianificazione dello spettacolo.
E ancora, ha permesso agli allievi di accostarsi al mondo del melodramma, così centrale in quest’opera pirandelliana.
Tra gli studenti di questo secondo anno ci sono anche due allievi registi, che oltre a svolgere il lavoro di attori, hanno preso in carico il lavoro su due scene scelte da loro: il lunghissimo monologo introduttivo di Hinckfuss e l’episodio della sua cacciata… episodi in cui, appunto, i temi centrali dell’opera si articolano attorno alla figura del regista.
Il lavoro ha seguito diverse tappe che non sono mai state separate nettamente, mentre invece il training mattutino ha accompagnato tutto il processo.
Un primo lavoro di analisi generale dell’opera teso ad enuclearne i temi, ad abbozzarne la sequenza degli avvenimenti ed a evidenziarne in conflitti – e l’analisi è continuata, approfondendosi, a mano a mano che il lavoro procedeva.
Un periodo di proposte individuali degli attori, diviso tra: scene ispirate ai temi scoperti con l’analisi e funzionali a mettersi direttamente in rapporto con questi temi; scene tese a trovare ed esperire comportamenti analoghi (tratti dalla vita o dalla fantasia degli attori) a quelli dei personaggi in questo o quel momento dell’opera.
Il lavoro sugli etjud, cioè sostanzialmente su scene dell’opera fatte in improvvisazione psicofisica e verbale in base allo schema delle interazioni drammatiche.
Poi, per alcune specifiche scene, c’è stato il delicato passaggio dall’improvvisazione alle parole del testo dell’autore.
Infine l’organizzazione della rappresentazione e la messa in scena. Messa in scena che però lasciava comunque ampi margini all’improvvisazione… In definitiva stavamo lavorando su Questa sera si recita a soggetto.
Durante queste tappe del lavoro diversi sono stati gli aspetti pedagogici affrontati.
Questa sera… è un’opera collettiva. Se si eccettua il finale Mommina-Verri, le brevi scene che si svolgono durante l’intervallo a teatro e il primo monologo di Hinckfuss, sulla scena non ci sono mai meno di 4-5 attori. E spesso gli attori in scena sono almeno una dozzina. Per l’attore lavorare quando si è in 10 sulla scena mantenendo se non proprio l’improvvisazione, quanto meno una presenza capace di improvvisare in scena, cioè una presenza viva, reattiva e propositiva e al tempo stesso permettendo che la scena si svolga seguendo l’arco drammatico disegnato dall’autore, è un livello alto di complessità.
Altri livelli di complessità affrontati dagli allievi sono stati:
il continuo alternarsi di scene aperte all’interazione, anche diretta, col pubblico e scene chiuse, “dietro la quarta parete”.
Connessa a questa complessità, quella di gestire uno spazio che in certi momenti è un “salotto”, in altri un palco, in altri ancora un foyer in cui gli spettatori diventano parte della scena e cioè vengono inclusi nella “quarta parete”.
Il districarsi tra i generi che si alternano in questa pièce straordinaria e passare dall’uno all’altro (dalla commedia, al dramma, al varietà, al dialogo filosofico, alla performance, al fantastico, alla tragedia).
Integrare i brani operistici nell’azione drammatica.
La durata inedita per gli allievi di alcune scene: il monologo iniziale di Hinckfuss, la scena Mommina-Verri, il successivo monologo di Mommina.
La complessità concettuale e psichica dell’opera.
Il riuscire, nonostante questa complessità, a connettere le azioni particolari con i temi trasversali. Insomma sentire e gestire l’andamento trasversale di un’opera così complessa, così ricca e così densa dai punti di vista filosofico, estetico, emotivo.
Gli allievi registi hanno seguito queste stesse tappe del lavoro e quindi hanno dovuto affrontare molti di questi aspetti non solo in quanto attori, ma anche in quanto registi, cioè stando al di fuori, osservando le difficoltà dei colleghi e inventando e proponendo compiti che li aiutassero a risolverle.
Allievi attori
Pietro Antonelli
Veronica Aprile
Raffaele De Lorenzo
Nicolas Dipinto
Ilenia Festa
Costanza Magi
Davide Mastarone
Andrea Zenobi
Allievi registi
Niccolò Macchi
Martina Sagone