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Vita di classe

Embrace - Peter Wever

che cos’è per te l’amore?

Ad ottobre è iniziato un nuovo Corso Avanzato! La docente di recitazione, che guiderà nel primo trimestre questo bel gruppo composto da 18 allievi, è Fiora Blasi. Con lei un team di docenti molto affiatato che affronterà i training di voce, movimento, danza, dizione e feldenkrais.

che cos’è per te l’amore?

“Siamo al secondo mese del corso avanzato. Un corso nato con l’obbiettivo di fornire agli studenti gli strumenti di base fondamentali per diventare attore/attrice e al tempo stesso di mettere alla prova il proprio desiderio: “voglio davvero fare questo lavoro?”

E’ sempre emozionante per me insegnare le basi. Ad ottobre con un gruppo molto vario e bello di 18  fra studenti e studentesse abbiamo cominciato con delle improvvisazioni sulle zone del silenzio. Così Jacques Lecoq chiamava queste prime improvvisazioni in cui si ricreano situazioni di vita quotidiana sull’attesa. Cosa succede quando siamo alla fermata dell’autobus, in metro, in un museo? Partire dal silenzio non significa vietare la parola, ma che la parola va usata solo se necessaria, dando più rilievo allo spazio, al corpo, allo sguardo e allenando ascolto e ritmo. Come può un giovane attore far vedere a chi guarda ciò che vede e sente? Darsi il giusto tempo per non anticipare ma vivere il momento? Sono questioni cruciali. Un attore e un’attrice quindi via via capaci di gestire le proprie risorse corporee e emozionali. Molti giovani che iniziano a studiare recitazione oggi credono che bisogna cercare solo dentro di sé, invece il teatro è relazione, un dialogo costante fra il dentro e il fuori.

Spazio, ritmo, emozioni sono tutti elementi importanti. Elementi che vengono affrontati contemporaneamente nel training con i docenti di voce, movimento, dizione, danza e feldenkrais, e questo dà agli studenti una nuova consapevolezza di loro stessi e dei loro strumenti.

Ora gli studenti  stanno scoprendo la maschera neutra. La maschera neutra dà la possibilità di esperire in modo incisivo, attraverso la concretezza dell’oggetto-maschera, i cardini della recitazione: azione, presenza, spazialità, proiezione dello sguardo e del gesto, senso del ritmo, convinzione, emozione. La maschera spesso funziona da amplificatore, l’attore che la indossa sente di più il suo respiro, il proprio battito cardiaco e può approfittare di questa maggiore percezione per lavorare sui propri blocchi. Per portare la maschera servono apertura, disponibilità e tanta energia. E’ molto utile partire dal neutro per imparare a ingrandire i movimenti del corpo e le sue urgenze e per ampliare il proprio vocabolario emozionale, gestuale e psichico. Se impariamo a fare grande e fino in fondo sapremo modulare e fare spazio a un personaggio, a una scena e a un testo.

Concluderemo questo intenso primo trimestre immergendoci in un tema vastissimo, presente in molti testi classici e contemporanei: l’amore.

Per dirla con Capossela partiremo dalla domanda semplice ma mai scontata che cos’è per te l’amore? Fino alla possibilità di usare alcune battute del grande poeta del teatro e dell’amore William Shakespeare.

“Come un attore impreparato in scena
che per paura sbagli le battute,
o un animale carico di furia
a cui la troppa forza fiacchi il cuore,
cosí io, malfidente, non ho voce
per il cerimoniale dell’amore…”

William Shakespeare

To be continued
Fiora Blasi