fbpx
La Scuola di Teatro che vanta innumerevoli tentativi d'imitazione!

Vita di classe

La messa in scena di “Napoli milionaria”

Il 28 giugno si è concluso il Primo anno per gli allievi del triennio accademico 2023/2026 con la messa in scena di “Napoli milionaria” di Eduardo de Filippo.

Lo studio è cominciato con una settimana di intensivo interamente dedicata alla lettura e all’analisi di alcuni testi dell’autore napoletano (tra cui “Natale in casa Cupiello”, “Filumena Marturano”, “Le voci di dentro”, “L’arte della commedia”) per poi arrivare alla scelta definitiva, ricaduta appunto su “Napoli milionaria”.

Il secondo step è stato il lavoro sulle scene della pièce a partire dagli etudes, ovvero  studi in forma improvvisativa, tramite cui ogni allievo ha avuto la possibilità di lavorare tutte le scene selezionate.

Così, dopo aver attraversato l’intera pièce, ad ogni studente è stata assegnata una singola scena, in modo da poter approfondire lo studio del personaggio.

Sono stati presi in esame i primi due atti e affidati ai due registi della classe l’inizio e la fine della messa in scena. Ad aprire la prova un’improvvisazione all’interno di un rifugio antiaereo, nata come esercizio in classe e poi sviluppato.

La scelta di Eduardo non è stata facile, ma il desiderio degli allievi è stato forte e l’incontro con la lingua napoletana non ha ostacolato il percorso, bensì ha avvicinato i ragazzi al mondo della pièce. Lo studio di questo e degli altri testi di De Filippo, ha ulteriormente immerso i ragazzi nell’atmosfera della Napoli degli anni ‘40, del basso napoletano, grazie anche alla visione di due film ambientati nello stesso orizzonte immaginativo (“La pelle” di Liliana Cavani del 1981 e “Qui rido io” di Mario Martone del 2021) e alla coralità applicata raggiunta sulla scena attraverso la costante presenza di tutti i personaggi.

È stato molto intenso affrontare un testo come “Napoli Milionaria”  in un periodo storico come il nostro, ed è stato proprio questo a smuovere in modo decisivo il lavoro dell’improvvisazione al rifugio.

Eduardo, alla fine del secondo atto, fa dire al suo personaggio: “Vuie ve sbagliate… ‘A guerra nun è fernuta… E nun è fernuto niente!”, ed è spaventosamente attuale se pensiamo che ancora oggi nel mondo la guerra non è finita, è intorno a noi e la maggior parte delle volte non ci pensiamo neanche. Anzi non ci pensiamo abbastanza, come non ci pensavano i personaggi di “Napoli milionaria” che, al ritorno di Gennaro dalla guerra, non lo vogliono stare a sentire e lo congedano frettolosamente.

Il terzo atto, che all’interno della nostra prova aperta è stato solo, in parte, letto, riporta tutto e tutti alla realtà, con la celebre frase finale di Eduardo “Ha da passà a nuttata”, nel senso di dover sopportare le difficoltà dell’esistenza con la speranza che si risolvano, ma senza ignorarle.