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La Scuola di Teatro che vanta innumerevoli tentativi d'imitazione!

Vita di classe

Seminario intensivo di Recitazione

Il secondo anno inizia il primo trimestre con un seminario intensivo di Recitazione con i docenti Alessio Bergamo e Massimiliano Cutrera. Il lavoro continuerà fino a dicembre e si concluderà con una Prova Aperta.
Lavorare con due pedagoghi, che da anni collaborano sia nella regia, che come regista e attore, è senz’altro una ricchezza sia per il lavoro che per gli studenti.

Lavoreremo su un materiale drammaturgico classico, una commedia di Lope de Vega, “L’Astuta innamorata”. E ci lavoreremo usandolo come campo per affinare una serie di abilità, di attitudini, di capacità indispensabili per essere autorevoli e autoriali in scena.
Attraverso il lavoro in etjud, cioè mediante un determinato tipo di improvvisazione che si basa sulla struttura drammatica del testo, gli attori esercitano la capacità di stare in scena in tempo presente, reagendo a quanto accade e, al tempo stesso, creando nelle interrelazioni con il partner, le condizioni perché vadano ad accadere certe cose invece di altre.
Il verbo “accadere” è centrale. L’attore non sa quello che succederà in scena. Conosce le circostanze in cui la scena nasce e la composizione in base alla quale si sviluppa. Ne conosce il tema, ne conosce il conflitto. Ma li conosce in teoria, con la testa.
Va in scena con due obblighi contrapposti: seguire le indicazioni date dal drammaturgo (e dall’analisi del testo a tavolino) e fare quello che gli viene da fare in base a come si sviluppano le sue relazioni con il compagno. Quasi subito questi due obblighi entrano in conflitto.
L’aspetto pedagogico di questo lavoro, è che durante il suo procedere gli allievi avranno imparato ad ascoltare i compagni e, soprattutto, ad ascoltare se stessi; si saranno abituati a non far finta che sulla scena stia accadendo ciò che non sta accadendo; avranno imparato a stare sul filo dell’accadere in coppia, o in gruppo; avranno appreso il gusto di giocare con i partner davanti al pubblico; avranno imparato che gli autori della scena sono loro e che solo da loro, dai loro nervi, dal loro apparato interiore ed esteriore, dalla loro fantasia, dalle loro elaborazioni dipende il peso e il valore effettivo di quello che accade in scena.”
Alessio Bergamo